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Le correnti dello Stretto, tra mito e leggenda

Post pubblicato su Facebook il 16/04/2021
Lo Stretto di Messina è un luogo in cui hanno sede fenomeni marini unici dovuti alla conformazione dell’area, alle maree ed alle diverse caratteristiche dei due mari che qui si incontrato, il Tirreno e lo Ionio. Proprio in questo imbuto naturale, questi due bacini danno vita a vortici e correnti che gli antichi identificavano con i mostri Scilla e Cariddi.
Le maree sono dovute alla forza di attrazione gravitazionale della luna che, grazie alla sua vicinanza con la terra, ne esercita la principale influenza. Nell’arco delle 24 ore le masse liquide dei due mari si vengono a trovare a differenti livelli, con un massimo di circa 27 cm. Per il principio dei vasi comunicanti queste due grandi masse d’acqua, nel corso della giornata, cercano un livellamento causando uno spostamento di liquido attraverso lo Stretto.
Nella cosiddetta fase di corrente “scendente” (direzione nord-sud) le acque del Tirreno, meno dense, scorrono sulle ioniche fino alla parte centrale dello Stretto. Al contrario, nella fase di corrente “montante” (direzione sud-nord) le acque dello Ionio affondano su quelle tirreniche. Nelle zone di incontro tra le due masse d’acqua si vengono a creare fenomeni turbolenti caratteristici come tagli, scale di mare, gorghi e macchie d’olio.
Questi enormi volumi di acqua che si scontrano, rapportati ai mezzi di navigazione dell’antichità, fanno capire come lo Stretto fosse considerato un luogo di navigazione ostico, abitato da mostri in grado di ingoiare affondando le imbarcazioni.
Il B&B Colapesce si trova a pochi passi da punta Capo Peloro, dov’è possibile ammirare questi fenomeni.